isbn: 978-897389606
prezzo: euro 12
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100 canzoni, (più di) 200 versioni
Lo sapevate che “Girls Just Want To Have Fun” di Cindy Lauper è la cover di un brano inciso da certo Robert Hazard? E che “The Best” fu un flop per Bonnie Tyler solo qualche mese prima che Tina Turner la portasse al primo posto delle classifiche? Per caso anche a voi è capitato di inciampare su un oscuro brano di tali Curtiss Maldoon che sembra somigliare moltissimo a “Ray of Life” di Madonna per poi scoprire che si tratta proprio della sua origine?
Prendendo in esame cento canzoni pop, questo libro affronta un curioso viaggio nell’universo delle cover attraverso cento canzoni rese immortali proprio dai loro rifacimenti.
Alcuni di questi cento pezzi (85 internazionali e 15 italiani) sono diventati noti al grande pubblico proprio attraverso le loro autorevoli reinterpretazioni in grado, in qualche caso, di oscurare definitivamente le versioni originali.
Brani prestigiosi portati finalmente al grande pubblico nonostante la tiepida accoglienza riservata alla prima registrazione, rimodernamenti operati al fine di conferire la dignità negata da produzioni approssimative del passato e pezzi oggi ritenuti immortali che hanno conosciuto il successo commerciale solo grazie alla personalità dell’interprete che dimostra così di non essere (quasi) mai un requisito secondario.
JOYELLO TRIOLO
Creativo, DJ, critico, blogger e musicista veronese è attivo sin dagli anni '80. Oltre a un percorso personale nell’ambito della musica sperimentale e acusmatica, ha suonato con EvaBraun, Morrowyellow, Le Madri della Psicanalisi e JCO ed è attualmente impegnato con Peluqueria Hernandez e RADAR.
Vanta collaborazioni con Mauro Marchesi, Umberto Palazzo, Lilith and The Sinnersaints, Mauro Ottolini e Lameba.
Scrittore compulsivo, collabora occasionalmente con riviste specializzate e web magazine aggiornando regolarmente il suo personale blog Fardrock (https://fardrock.wordpress.com/).
Ha scritto “CHyberNation”, la biografia dei Krisma (Libro+CD, NdA Press, 2011), “Dentro questi specchi”, discografia ragionata di Faus
t’o/Fausto Rossi (Crac Edizioni, 2014) e “Intrusi a Sanremo” (Crac Edizioni, 2017).
Dal 2011 vive e lavora a Bologna.
pp. 250 - Formato 13x21 - ill.
isbn: 9788897389576
prezzo: euro 16,00
La partita fu vissuta da Giurato in modo così intenso e personale che nessuna forma di compromesso, tantomeno se discografico, fu accettata: così dopo l’esordio di Per Futili Motivi del 1978 e l’incisione di un disco iconico come Il Tuffatore del 1982, con la pubblicazione di Marco Polo - capolavoro troppo ostico per non condurre a un (volontario) suicidio commerciale - la carriera di Giurato pareva interrotta per sempre.
In pieni anni duemila, dopo quasi vent'anni di assenza, Giurato ha rotto inaspettatamente il suo silenzio con la pubblicazione di altri lavori che testimoniano un’integrità artistica senza eguali e uno sguardo sulle cose ancora personalissimo e geniale.
Il libro, arricchito dall’introduzione di Christian Zingales, dai contributi di Guido Celli, Emiliano Cinquerrui e Luigi Morrone, e da una lunga intervista conclusiva a Flavio Giurato, è strutturato in tre parti. La prima parte – Le gocce di sudore più duro – è occupata da un’approfondita analisi delle canzoni e dei dischi del cantautore romano.
La seconda parte – Archeologia di un cantautore perduto - ospita un lungo racconto corale: le vicende umane e artistiche di Flavio vengono ricostruite attraverso l’intrecciarsi delle parole di familiari, amici, musicisti, critici, giornalisti e produttori che hanno condiviso parti significative del percorso di Giurato. Si avvicendano le parole di circa sessanta ospiti, fra cui: Carlo Massarini, Aldo Nove, Fulvio Abbate, I Camillas, Cesare Basile, Maurizio Catalano, Emidio Clementi e Egle Sommacal dei Massimo Volume, Lucio Corsi, Enrico Deregibus, Stefano Di Trapani, Paolo Giaccio, Luca e Blasco Giurato, Jonathan Giustini, Simone Lenzi dei Virginiana Miller, Stefano Pistolini, Christian Rocca, Michelangelo Romano, Franco Zanetti, I Maisie.
La terza parte del libro – L’eccesso di sé stessi – funge da sintesi rispetto alle due parti precedenti. Le considerazioni contenute nell’analisi iniziale si confrontano, venendo talvolta modificate o messe in crisi, dai racconti e dai pareri dei tanti ospiti presenti nella seconda parte del libro. Nutrendosi di tale fertile pluralità di opinioni, il tentativo è quello di sviluppare un pensiero critico capace di andare ancora più a fondo in quel mistero insolubile e complesso che sono la vita e l’arte di Flavio Giurato che, come tutti i grandi artisti, non è solo un creatore di capolavori, ma un capolavoro egli stesso.