La partita fu vissuta da Giurato in modo così intenso e personale che nessuna forma di compromesso, tantomeno se discografico, fu accettata: così dopo l’esordio di Per Futili Motivi del 1978 e l’incisione di un disco iconico come Il Tuffatore del 1982, con la pubblicazione di Marco Polo - capolavoro troppo ostico per non condurre a un (volontario) suicidio commerciale - la carriera di Giurato pareva interrotta per sempre.
In pieni anni duemila, dopo quasi vent'anni di assenza, Giurato ha rotto inaspettatamente il suo silenzio con la pubblicazione di altri lavori che testimoniano un’integrità artistica senza eguali e uno sguardo sulle cose ancora personalissimo e geniale.
Il libro, arricchito dall’introduzione di Christian Zingales, dai contributi di Guido Celli, Emiliano Cinquerrui e Luigi Morrone, e da una lunga intervista conclusiva a Flavio Giurato, è strutturato in tre parti. La prima parte – Le gocce di sudore più duro – è occupata da un’approfondita analisi delle canzoni e dei dischi del cantautore romano.
La seconda parte – Archeologia di un cantautore perduto - ospita un lungo racconto corale: le vicende umane e artistiche di Flavio vengono ricostruite attraverso l’intrecciarsi delle parole di familiari, amici, musicisti, critici, giornalisti e produttori che hanno condiviso parti significative del percorso di Giurato. Si avvicendano le parole di circa sessanta ospiti, fra cui: Carlo Massarini, Aldo Nove, Fulvio Abbate, I Camillas, Cesare Basile, Maurizio Catalano, Emidio Clementi e Egle Sommacal dei Massimo Volume, Lucio Corsi, Enrico Deregibus, Stefano Di Trapani, Paolo Giaccio, Luca e Blasco Giurato, Jonathan Giustini, Simone Lenzi dei Virginiana Miller, Stefano Pistolini, Christian Rocca, Michelangelo Romano, Franco Zanetti, I Maisie.
La terza parte del libro – L’eccesso di sé stessi – funge da sintesi rispetto alle due parti precedenti. Le considerazioni contenute nell’analisi iniziale si confrontano, venendo talvolta modificate o messe in crisi, dai racconti e dai pareri dei tanti ospiti presenti nella seconda parte del libro. Nutrendosi di tale fertile pluralità di opinioni, il tentativo è quello di sviluppare un pensiero critico capace di andare ancora più a fondo in quel mistero insolubile e complesso che sono la vita e l’arte di Flavio Giurato che, come tutti i grandi artisti, non è solo un creatore di capolavori, ma un capolavoro egli stesso.
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